Il Consiglio degli Stati contro le nuove regole sul canone radiotelevisivo

Le aziende con meno di 250 dipendenti devono continuare a pagare il canone radiotelevisivo. Martedì il Consiglio degli Stati ha respinto un'iniziativa parlamentare del consigliere nazionale di centro ticinese Fabio Regazzi che chiedeva di esentarli.

serafeCon 27 voti favorevoli, 14 contrari e 4 astensioni, la Camera piccola ha seguito la mozione della maggioranza della Commissione Trasporti e Telecomunicazioni (KVF-S). L'iniziativa parlamentare è quindi fuori discussione. Il Consiglio nazionale lo aveva approvato nella sessione di primavera.

Oggi le aziende devono pagare la tassa sui media se generano un fatturato superiore a 500.000 franchi all'anno. Per Regazzi si tratta di una doppia imposizione ingiusta nei confronti delle piccole e medie imprese. I loro proprietari hanno già pagato come privati.

La maggioranza della KVF-S era del parere che l'onere per le imprese fosse già stato ridotto attraverso gli adeguamenti della struttura tariffaria. Inoltre, il limite di 250 dipendenti era arbitrario e avrebbe portato a nuove ingiustizie. È il caso, ad esempio, delle imprese turistiche, dove il numero di dipendenti varia notevolmente a seconda della stagione.

Olivier Français (FDP/VD) ha affermato, a nome della maggioranza della Commissione, che l'elettorato si è già espresso su questo tema nel 2018, quando ha chiaramente respinto l'iniziativa "No Billag". Questa decisione deve essere rispettata. L'accettazione dell'iniziativa parlamentare comporterebbe anche un ulteriore onere per le famiglie.

La minoranza della Commissione ha obiettato che l'attuale regolamento potrebbe comportare difficoltà per le imprese più piccole con grandi fatturati e margini ridotti. Le piccole e medie imprese sono già pesantemente gravate dagli alti prezzi dell'energia, ha dichiarato Hansjörg Knecht (SVP/AG). In ogni caso, grazie all'aumento della popolazione, le entrate derivanti dal canone radiotelevisivo aumenterebbero. (SDA)

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